18/10/13

tempo

"Il tempo, secondo il dizionario, è la successione illimitata dei fatti e degli eventi umani;
ovvero la durata delle cose, distinta e misurata in periodi.
Se la vita fosse un contenitore, esso conterrebbe tempo;
il tempo, quindi, è l'unità di misura della nostra vita.
Avete mai provato a chiedervi come impiega il tempo l'essere umano occidentale medio?
Si alza presto, corre subito al lavoro, torna a casa per cena, guarda la tv, va a letto presto, per poi ricominciare il ciclo la mattina seguente.
Il tutto si svolge a velocità folle: di corsa la mattina, per arrivare in tempo al lavoro;
al lavoro, ritmi estenuanti per produrre il più possibile nel minor tempo possibile;
a pranzo, fast food per guadagnare tempo.
Quanto tempo dunque gli rimane per sé?
Intendiamo tempo per amare, conoscere gente, coltivare i propri interessi, insomma, per vivere?
La risposta la conosciamo tutti, sta scritta negli occhi di tutte le donne e di tutti gli uomini che vivono in questa parte di mondo.
E' come se tutti noi fossimo rinchiusi in un vagone che corre a velocità folle senza una meta ben precisa;
suo unico scopo è viaggiare sempre più veloce, i binari sui quali corre sono il sistema sociale nel quale viviamo.
Se dunque la velocità, la fretta, la corsa sono la quintessenza di questo sistema,
allora noi preferiamo la lentezza,
perché il nostro cuore batte a sessanta battiti al minuto,
e nessuno può andare più veloce del proprio cuore senza perdere la propria umanità.
Aiutateci a fermare il tempo,
riprendiamoci la vita,
prendiamoci tempo, tempo, tempo."
(Almamegretta)

15/10/13

cordoni ombelicali

Leggevo in un libro, qualche mese fa:
"non si giudica uno dal lavoro che fa, ma da come lo fa".
Oggi, invece, non solo sei giudicato per quello che fai ma SEI quello che fai!
Sei un uomo o una donna in carriera o non sei niente.
Sei il tuo mestiere, il tuo lavoro.
E' il tuo ruolo che ti da un senso, un valore..
come se il mistero e la pienezza di una persona potessero esaurirsi in un ruolo.

..è stata un'estate intensa..
a giugno il corso di 72h di progettazione in Permacultura
a luglio un campo di lavoro al P.e.R. e il raduno della RIVE
ad agosto un mese di lavoro/relax nella mia casa in campagna e i primi esperimenti di orto sinergico (con sperimentazioni annesse!)
a ottobre il primo passo di un coinvolgimento in un progetto di realizzazione di due orti didattici e la Plenaria dell'Accademia Italiana di Permacultura.
Tanti eventi, tante esperienze, tante persone incontrate.
Mi sono resa conto, in questi mesi, di quanto mi sia vitale restare in contatto, fare rete, costruire e coltivare relazioni con persone che abbiano la mia stessa visione del mondo
perché se perdo quel cordone ombelicale finisco per rischiare di credere a quel 90% delle persone che ho intorno che mi prendono per una pazza che corre a 200 km all'ora dritta verso il muro del fallimento personale.
Quel cordone ombelicale, fatto di relazioni, di successi di altri, dei loro errori, semplicemente della loro esperienza tiene in vita dentro di me la consapevolezza che un altro modo di vivere è possibile.
che si possono fare altre scelte
si possono scegliere altre priorità, altri valori, altri modi di vivere con gli altri, con la natura
si può vivere con altri ritmi, con un altro senso e con altri obiettivi
si può vivere consumando in modo diverso, cercando un benessere "altro".

..la strada continua.. non so bene dove mi porterà nei prossimi mesi ma di sicuro mi pare una strada di libertà!

14/06/13

Si può fare!

In questi giorni ho sudato sette camicie per montare un impianto di irrigazione.
Dal ferramenta (sant'uomo) una signora, sentito che cercavo l'occorrente per l'impianto esclama: "ma che brava, e lo sai montare? io non saprei neanche da dove partire!"
Lì per lì mi è uscito solo un vago sorriso e un "che vuole che le dica, signora, ho deciso di provarci.. e se non ci riesco chiamerò qualcuno"
..cara signora, neanche io sapevo da dove cominciare ad essere onesti!!!!! Né ero cosciente di quanto avrei "scancherato" per arrivare al risultato finale!!!!!!!
Quella domanda mi è rimasta in testa per una settimana...
e oggi, seduta sul campo della vittoria (l'impianto è finito e funzionante.. dopo una lunga battaglia!), con un bel gelatone in mano (bisogna anche sapersi premiare!!!) ci torno su..
Una persona convinta di non saper fare le cose è un consumatore in più! Quello che non sai fare tu devi mediamente pagare qualcun'altro per farlo! Ok, non possiamo essere "tuttologi" e saper fare tutto.. ma mi rendo sempre più conto che uscire dal meccanismo non-l'ho-mai-fatto=non-sono-capace-di-farlo è davvero difficile.
Abbiamo perso ogni contatto reale con le nostre capacità, con le nostre mani. Mani e testa non sono due entità separate. Membra di uno stesso corpo. E se un po' di testa ce l'hai tante cose puoi costruirle con le tue mani e, dopo una giusta fatica, con gran soddisfazione davanti al risultato finale, ve lo garantisco!
Che sia la fatica il problema? Perché ci fa tanta paura la fatica? Ma guadagnare di più per pagare qualcuno che ci faccia tutto quello che pensiamo di non poter fare o che non vogliamo fare perché comporta fatica.. beh, non costa fatica anche quello? (Per di più spesso anche con molta meno soddisfazione, oserei dire!)
Ma credo che il problema, se possibile, sia ancora più ampio. Non è un discorso solo economico.
Non si riesce a vedere più la fatica come un'occasione..
Una relazione comporta fatica? E la tronchiamo!
Coltivare una amicizia costa fatica? E tagliamo i ponti!
Crescere comporta fatica? E restiamo legati alle nostre dinamiche infantili!
Ma davvero il gioco vale la candela?

05/06/13

riflessioni da un treno

Un'umanità schiava del va e vieni.
Pendolari della vita.
Movimenti e percorsi automatici.
Fuori dal treno in silenziosa, quotidiana processione serale verso casa.
Un automatismo che giorno dopo giorno uccide la libertà, sgretola le speranze.
La prospettiva di abituarsi all'automatismo.
Ogni giorno gli stessi gesti, gli stessi rituali, le stesse parole, gli stessi passi, gli stessi percorsi..
nessuno spazio alla fantasia, alla creatività, al dialogo con una Natura che è ogni giorno diversa.
E la sua diversità diventa scocciatura, limite contro cui lottare piuttosto che dialogo, musica da danzare.. passo a due.
In treno. Fuori la Natura si scatena: pioggia, vento..
Una comunicazione, per i distratti, del senso del limite dell'uomo, del limite alla sua presunta onnipotenza.
Desiderio di essere lì fuori, a sentire con tutti i sensi, sulla pelle, la forza di una Natura che chiede di imparare di nuovo riverenza, sottomissione, umiltà.. che chiede di essere accolta nella sua imprevedibilità, generosità, crudeltà, potenza, verità.
Quasi quasi scendo..

24/05/13

l'angolo dell'autoproduzione: maschera/scrub viso energizzante al caffè

Stasera vi propongo una bella maschera energizzante per il viso al caffè! 
La ricetta l'ho trovata su internet (per esser precisi su www.biomakeup.it) e l'ho provata per voi.. 
e devo dire che è molto buona!
Bando alle ciance, dunque, eccola qua:

2 cucchiaini di caffè amaro in polvere (io ho usato del caffè usato.. doppio riciclo!)
1 cucchiaino di miele
1 cucchiaino di yogurt bianco
1 cucchiaino di succo di limone.

Facendo massaggi circolari sul viso si ottiene un fantastico effetto esfoliante (evviva il caffè!) mentre il succo di limone dà l'effetto energizzante! 
E ancora una volta: niente schifezze chimiche in faccia, nessuna sostanza inquinante giù per gli scarichi e direi un bel po' di soldini in più nel portafogli risparmiati.. e allora perché no? 

14/05/13

fedeltà o eccezione?

La fedeltà ha sempre un costo..
di solito piuttosto alto, inutile starsi a raccontare che non è così.
Ogni tipo di fedeltà.. a se stessi, ai propri valori, alle proprie scelte, alle relazioni, agli impegni presi..
Viviamo in una società che baratta la fedeltà con la "libertà"..
libertà di poter fare quello si vuole, di non dover rendere conto a nessuno..
salvo che a se stessi..
con se stessi il conto prima o poi lo deve fare chiunque.
E quando il conto lo devi fare con te stesso le chiacchiere stanno a zero:
conta che tu possa andare a dormire la sera sereno,
in pace con te stesso.
E questo un prezzo ce l'ha.
Poco da fare,
poco da dire.
In testa da qualche giorno questa frase:
"chi è fedele nel poco lo è anche nel molto".
Mi pare profondamente vero.. e anche profondamente difficile.
Forse, paradossalmente, molto più difficile nel poco..
gli alibi sono molti di più, così come le "attenuanti".
Molto più facile, in questo caso, cucirsi addosso le motivazioni che rendono la tua scelta, quella che spetta a te, magari proprio perché piccola e relativa ad un "poco", diversa dalle altre.. una possibile eccezione.
Ovvio che ci siano delle eccezioni.
Ma qual è lo spazio dell'eccezione? I suoi confini quali sono?
Risposta difficile. A ciascuno la sfida di trovarne una!

10/05/13

pianeti diversi?

Ogni tanto ho bisogno di prendermi uno spazio di respiro.
Uno spazio di libertà, uno spazio in cui regni la componente naturale mentre quella umana sia ridotta al minimo.
Anche solo mezza giornata su una spiaggia, nessuno o quasi nessuno intorno, un vecchio tronco a fare da trono regale in quello spazio dai contorni sacri.. mio, solo mio.. o mio e di qualcun Altro..
C'è un tempo per ogni cosa.. un tempo per la guerra e un tempo per la pace.. anche per quella personale.

Ogni tanto ho bisogno di silenzio. Silenzio esteriore, per fare spazio a quello interiore. Silenzio interiore per fare spazio alla me più autentica, ai suoi pensieri, ai suoi desideri più veri, più profondi, spesso i più inascoltati. Questa me fa fatica a farsi spazio nel "rumore".. finisce spesso soffocata..
(vale solo per me?).

Stasera ragionavo sul fatto che questi miei bisogni e il fatto che io gli dia (o mi sforzi di dargli) ascolto sia spesso accolto come un segno (l'ennesimo?!?) di una stravaganza mia personale
("vabbè Annè ma te stai su un altro pianeta".. che un po' è vero!!!)..
..ma non riesco a non chiedermi se quelli che vivono su questo di pianeta siano davvero felici o sereni senza quegli spazi e quei silenzi!
A onor del vero se la risposta alla prima domanda è si (vale solo per me?) la seconda domanda non ha senso che io me la ponga..
..certo.. se invece è no.. una domanda forse non dovrei più farmela io a quel punto!

08/05/13

Sul tempo

Se dedico un'ora ad un amico è tempo perso?
Un'ora di preghiera è tempo perso?
Un'ora a leggere un buon libro è tempo perso?
Un'ora ad ascoltare un nuovo cd è tempo perso?
E un'ora a suonare la chitarra?
Un'ora passata a dipingere è tempo perso?
Un'ora di passeggiata è tempo perso?
Un'ora per fare il pane è tempo perso?
..non mi piace l'idea che il valore del mio tempo si misuri da ciò che quel tempo "produce"..da quanto è "efficiente".
Nella gestione del tempo siamo diventati un po' folli, se posso osare. 
Ho voglia di "perdere tempo" per quello che non è "produttivo" ma che dà senso e pienezza alla mia vita.. di "sprecare" il mio tempo per ciò che vale davvero.. di essere "inefficiente" e più felice.

30/04/13

L'angolo dell'autoproduzione: shampoo e gel per capelli bio fai da te!

Ebbene si, l'ho fatto.. con la chioma che mi ritrovo ho fatto esperimenti sui capelli!!!
E devo dire che sono molto soddisfatta! 
Ecco le ricette che ho usato:

Shampoo alla farina di ceci:

2 cucchiai di farina di ceci
1 cucchiaio di miele
1 cucchiaio di aceto di mele (facoltativo!)
1-2 cucchiai di acqua calda

mescolate gli ingredienti fino ad ottenere una pasta di una consistenza spalmabile (io nel primo tentativo ho messo troppa acqua ed è venuto un po' troppo liquido però è stato solo scomodo da mettere ma funzionale lo stesso!!).
Si usa come un normalissimo shampoo: lo stendete sui capelli e massaggiate la cute! Poi risciacquate molto bene (operazione, questa, da fare con cura per evitare che vi restino residui di farina nei capelli!)
Ho letto che volendo si possono aggiungere oli essenziali a seconda del tipo di cuoio capelluto che si ha però per ora ho provato solo la formula "base"!!! 

Gel:

30ml di gel di Aloe Vera
2 gocce di olio essenziale di Lavanda
2 gocce di olio essenziale di Bergamotto

si mescola il tutto e voilà! Si possono variare gli oli essenziali a seconda delle necessità! (pure qui.. su internet si trovano mille ricette, basta cercare!)

Risultato? 


I mostri in testa apparentemente non ce li ho! (è aperta la caccia, comunque!) 
Ho usato ancora un balsamo tradizionale, ad essere onesta, ma troverò una buona e facile ricetta pure per quello! 
Oh, ma d'altronde se posso spendere meno, evitare di inquinare usando prodotti naturali e meno dannosi pure per la mia salute.. ma perché no?!?

28/04/13

L'angolo dell'autoproduzione: il mio orto sovversivo!


Inizierei suggerendovi di vedere questo video che riporta la visione di Roger Doiron, fondatore di "Kitchen Gardeners International", una rete non profit composta da 20.000 persone in 100 paesi. Il suo piano (orto) sovversivo sta diventando anche il mio!!!

 
Alcune parti del discorso di Roger ve le riporto.. giusto per farvi venire la voglia di seguire il mio suggerimento di prima (di vedere il video!!) se non l'avete fatto!

"Il mio nome è Roger Doiron e coltivo un piano sovversivo. È così sovversivo infatti che ha il potenziale per modificare radicalmente l'equilibrio di potere non solo nel nostro paese ma in tutto il mondo. Riconosco che le mie parole vi suonano.. vi suonano leggermente alla Doctor Evil, lo posso comprendere, ma, credetemi, abbiamo davvero poco in comune. I suoi piani segreti parlano solo di distruzione e segretezza mentre i miei piani parlano di creazione e apertura Infatti, il mio piano può funzionare se lo condivido con più gente possibile. Ed ora lo condivido con voi, ma mi dovete promettere che lo condividerete a vostra volta con altri. 

Suggerirei a tutti voi che l’orticoltura è un’attività sovversiva. Pensate al cibo come una forma di energia. E’ ciò che ci alimenta e allo stesso tempo una forma di potere. E quando incoraggiamo la gente a coltivare parte del proprio cibo la stiamo incoraggiando a prendere il potere nelle proprie mani. Potere sulla propria dieta, potere sulla propria salute e un po’ di potere sul proprio portafogli. Penso che questo sia veramente sovversivo perché stiamo anche, necessariamente,  dicendo di sottrarre quel potere da qualcun altro, da altri soggetti sociali che attualmente hanno potere su cibo e salute. 


Sappiamo che la popolazione sta aumentando e molti di noi si rendono conto che sta anche cambiando. Dal 2007 è avvenuto un passaggio fondamentale: da un mondo principalmente rurale a uno principalmente urbano e questo ha implicazioni sul modo in cui sfameremo queste persone, sugli approvvigionamenti di cibo nelle città. Ora, immagino che ci sia qualche fan di Stephen King tra il pubblico presente, ed io sono uno di loro, ma posso dirvi che non ho mai letto niente di più spaventoso di questo. Ed è la statistica che dice che per permettere la crescita della popolazione dovremo coltivare più cibo nel corso dei prossimi 50 anni, di quello che abbiamo coltivato nel corso dei 10.000 anni passati. Ora, ciò che rende questo ancora più impegnativo, è che avremo bisogno di coltivare tutto questo cibo con meno. E quando dico meno, intendo un certo numero di cose, meno petrolio, per esempio. I geologi più rispettati credono che abbiamo già raggiunto il picco della produzione di petrolio mondiale. Ora potreste pensare che non ci sia un collegamento fra petrolio e cibo, invece di fatto ce n'è uno molto forte. Ci vogliono 10 calorie di energia da combustibili fossili, nel nostro sistema alimentare altamente industrializzato, per produrre una caloria di energia alimentare. 

Un altro messaggio importante è questo: gli orti crescono bambini e famiglie sane. Nell'economia attuale la chiave per far passare questo messaggio è, gli orti aiutano le famiglie a risparmiare. Rispetto a ciò, fidatevi tranquillamente delle mie parole, perché, un paio di anni fa, oltre a tritare gli ortaggi con mia moglie abbiamo tritato numeri. Ed abbiamo scoperto che alla fine, abbiamo risparmiato oltre 2000 dollari coltivando il nostro cibo. Voi,ora, potreste chiedere: se gli orti producono tutte queste belle cose, come facciamo a farne di più? Questa infatti è la domanda che la mia organizzazione "Kitchen Gardens International" si sta chiedendo e alla quale sta rispondendo. E la nostra risposta è essenzialmente questa: avremo bisogno di far leva sulle risorse ed il potere che abbiamo, gli orti e gli orticoltori che ci sono in modo da stimolarne di nuovi."


Io sono fortunata, per carità: ho un balcone piuttosto spazioso (sarà circa 5x1,5metri, su per giù!) da trasformare in uno splendido orto, ma non serve necessariamente tantissimo spazio per cominciare a coltivare qualcosa anche nelle nostre città!!! 
Insalata e cicoria, che ho piantato a febbraio e che ho già più volte raccolto e mangiato, le ho coltivate in vasi che sarebbero entrati benissimo su un balconcino molto più piccolo.. oserei dire quasi anche su un davanzale! Vi assicuro che la soddisfazione è grande (e pure il gusto non è male!!!!!)!!!



So che una reazione potrebbe essere: "ma non l'ho mai fatto, non sono capace"!! 
Beh, su internet ci sono milioni di siti che danno suggerimenti, consigli, dritte, su come piantare e coltivare le più svariate cose!! I libri si sprecano! Ma non solo, sono sempre più diffuse in un sacco di città esperienze di orti cittadini, reti di persone che del recupero dei saperi legati alla terra ne fanno una missione!! 
Io dico che almeno il 70% della soluzione ai problemi sta nella motivazione che si ha nel trovare un modo per risolverli, o no? 
Riprendiamoci un pezzettino almeno simbolico della nostra sovranità alimentare, della nostra autosufficienza, della nostra libertà di poter scegliere cosa mangiare, della nostra salute!! 
Evviva l'orto sovversivo!!!



26/04/13

Una giornata piena

Le mani dolenti: dolori da giovane "artigiana" alle prime armi, calli ancora non pronti a proteggere dal dolore.. si formeranno, così come i gesti man mano diverranno fluidi.. lasciando la testa forse meno bisognosa di concentrazione per muovere nel modo giusto i vari muscoli, più libera di spaziare, di aprirsi ai pensieri.
"Quando la testa e la mano divorziano è la testa a soffrirne" (L'uomo artigiano-R.Sennet)
Lo scopro profondamente vero. E' come se nel cucire con cura i pezzi di cuoio, nell'incollare con attenzione i pezzi di carta, ricucissi pezzi di me prima separati. La mia testa ne giova del lavoro delle mie mani. Passiamo decisamente troppa parte della nostra vita a fare un lavoro intellettuale e troppo poco ad imparare a "saper fare". Per le mani passa buona parte della costruzione del nostro equilibrio, a mio avviso.

Il cuore pieno. Perché gli incontri di questa giornata mi hanno ricordato che c'è ancora qualcuno capace di donare qualcosa di sé in modo gratuito, di credere nelle potenzialità e nella creatività degli altri, di mettere in gioco parte del proprio tempo, delle proprie cose, delle proprie capacità, per lasciare il mondo un po' migliore di come non sia ora. E questo da una grande speranza, non trovate?


25/04/13

"Liberi liberi siamo noi" (??? però liberi da che cosa?!?)

25 Aprile: Festa della Liberazione
Mi chiedo se non fossero più profondamente liberi gli uomini e le donne che questa festa l'anno resa realtà.. nel cuore, nei pensieri, nell'intelligenza, nei sentimenti, nei desideri..
Mi chiedo se siamo degni del prezzo che quegli uomini hanno pagato per la loro e nostra libertà.
Mi chiedo da quante cose un partigiano oggi dovrebbe lottare per liberarci.

I nostri desideri, per dirne una, sono realmente liberi? Ok, non partiamo dai massimi sistemi, partiamo "terra terra".. dai desideri sulle cose di cui abbiamo bisogno, su quello che vorremmo comprare perché pensiamo che ci serva, per esempio. Beh, io due anni fa, palla al balzo il passaggio al digitale (che forse era pure più di due anni fa?) ho "staccato la spina" al mio televisore. E da allora ad oggi il dato di fatto, per me, è che è cambiata molto la mia percezione di quello che reputo importante, che desidero, che penso mi serva sul serio, che voglio comprare, che effettivamente compro. E' bastato qualche anno lontana dalla pubblicità televisiva! mi chiedo.. se con una cosa "stupida" come gli acquisti forse non ero poi così libera ma inconsapevolmente condizionata da pubblicità, modelli propinati a ripetizione, messaggi più o meno espliciti etc etc.. sul resto, sulle cose anche più importanti.. siamo sicuri di essere realmente liberi?

Io credo che forse dobbiamo assumerci, ad un certo punto, la responsabilità e la fatica di diventare "partigiani" per noi stessi e cominciare a lottare per imparare a riconoscere e superare i condizionamenti che ci rendono schiavi. Mi pare una lotta, quella per la Libertà, che non è ancora affatto finita.
Coraggio, partigiani del terzo millennio!

19/04/13

Energia vitale


Una giornata immersa in una natura che "esplode" di vita!
Per fortuna a Roma c'è ancora qualche oasi di pace in cui ci si può quasi scordare dove si vive in realtà!!

Per me la natura è energia vitale.

Nel contatto con la terra ritrovo tempi, silenzi, colori, odori che mi riportano ad una dimensione profondamente umana, sana.. che durante la settimana scalpita, sommersa dai ritmi e dal cemento.

E' generosa, la terra. Richiede lavoro, passione, fatica, umiltà. Ma restituisce vita, pace, serenità, equilibrio, armonia.. credo che tornare un pochino alla sua scuola non possa che far bene a questa società schizzata. La terra e la natura hanno tanto da insegnare!

17/04/13

L'angolo dell'autoproduzione: il pane

Non posso non cominciare l'angolo dell'autoproduzione con il pane! Il mio primo tentativo di autoprodurmi qualcosa che oggi mi da un sacco di soddisfazioni, sebbene io abbia ancora tantissimo da sperimentare!
La prima cosa che mi preme dire è: non abbiate paura di sperimentare!!!
Io sono partita da una ricetta trovata su internet e, in un anno, a forza di tentativi, sono arrivata alla ricetta che vi scrivo oggi, frutto degli aggiustamenti che ho voluto tentare per seguire i MIEI gusti (non è bello?!? l'idea, invece di "cuccarci" quello che c'è al supermercato sotto casa anche se non ci piace tanto, di riuscire a farci da soli quello che ci piace di più?!?).
Allora, ecco qui la mia ricetta per un buonissimo pane nero:

Ingredienti:
250g di pane nero ai 7 cereali
250g di semola di grano duro
280g di acqua
2 cucchiaini di zucchero
1 cucchiaino di sale
un panetto da 25g di lievito
1 cucchiaio di olio

Preparazione:
in una ciotola metto la farina (tutti e due i tipi) e il sale
a parte scaldo un pochino l'acqua (in modo che diventi tiepida) e ci sciolgo lo zucchero e il panetto di lievito
quindi unisco l'acqua (con zucchero e lievito disciolti dentro) alla farina e aggiungo il cucchiaio d'olio
mescolo all'inizio con un cucchiaio per un minuto (non d'orologio, è "un minuto" per dire giusto finché non assume una consistenza tale da evitare che mi si appiccichi tutto alle mani!) e poi, metto il tutto su un piano e impasto per una decina di minuti finché l'impasto non diventa omogeneo ed elastico (sul piano, se la pasta si attacca troppo, metto un po' di farina di grano duro per riuscire a lavorarla meglio)
quindi metto l'impasto in una ciotola (leggermente infarinata) e copro con un panno un po' inumidito, faccio un paio di "tagli" sulla superficie che aiutano a lievitare meglio e lascio lievitare per circa tre ore o tre ore e mezza.
passate queste tre ore impasto nuovamente il pane per qualche minuto (non saprei quantificare esattamente.. diciamo 5 minuti più o meno!) e poi lo metto direttamente nella teglia in cui lo cucinerò (anche questa un po' infarinata), faccio ancora dei tagli sulla superficie, copro con un panno umido e lascio lievitare di nuovo per circa tre ore!
a quel punto in forno a circa 200°C per 30-40 minuti e il gioco è fatto!!!!

ovviamente potete provare diverse varianti! Io ad esempio ho provato ad usare solo farina di grano duro, solo farina bianca oppure metà farina bianca e metà semola di grano duro.. insomma, sbizzarritevi e osate!!!!

16/04/13

La domanda più difficile

Due anni fa, dopo una decina d'anni di "corri, corri, corri, corri...." ho deciso di rallentare un po'.
Certe cose, se con la testa non ci arrivi, è il tuo corpo che te le chiede.. o te le impone!!
E il mio corpo ad un certo punto ha chiesto: "basta, rallenta!!!"
Ho tagliato tante delle cose che facevo. Molte, a dir la verità, un po' perché incastrata dai sensi di colpa o dal senso di responsabilità. E il primo pensiero è stato: "bene, dopo anni e anni dedicati solo alle responsabilità, alle necessità degli altri, finalmente avrò tempo da dedicare anche a quello che piace a me, alle mie passioni, alle mie necessità"...
...e poi la domanda più difficile..
"si ma.. cosa mi piace?!"
vuoto.
Viviamo in un mondo che questa domanda non la prevede. 
"Cosa devo fare?", "cosa fanno tutti?", "cosa devo ottenere o raggiungere per avere successo?", "cosa mi farà apprezzare dagli altri?"... 
domande come queste si, sei spinto a fartele, fin da bambino o da ragazzo. 
Ma spazio per la passione poco. 
E finisci per non saperla più coltivare.. riconoscere, perfino! 
Due anni che ci lavoro, su questa cosa, e cominciano a vedersi ora i primi risultati.. 
(un lavoro faticoso da fare a 30 anni!) 
Ma direi che se non si parte da questo la strada per il cambiamento è decisamente in salita! 

15/04/13

Pronti.. via!!!

Non so bene cosa uscirà fuori da questo blog.
L'idea per cui nasce è questa:
- tenere traccia e condividere un percorso di cambiamento
- fare rete.. perché chi vuole cambiare, uscire dalle righe, oggi è spinto ad avere paura, perché chi ha paura è  più "controllabile". mentre io voglio essere libera! e non sono la sola!
- dare e trovare spunti di riflessione, per non rischiare di dare per scontate le cose e perdersi lungo la strada quello che è davvero importante.

e allora che l'avventura abbia inizio!