25/11/14

se la memoria è futuro.. dove andremo?


Ok, lo ammetto in partenza...
sotto sotto, al di là delle buone argomentazioni 
che cercherò di portare a sostegno della mia ipotesi 
che varrebbe la pena di tornare ad utilizzare alcuni mezzi di comunicazione 
decisamente fuori moda (le care, vecchie lettere, per dirne una) 
c'è, scavando, un'egoistica speranza 
di assaporare un piacere tutto personale. 
Ma a questo poi ci arrivo.

21/11/14

un sassolino nella scarpa


Certi sguardi scomodano..
mettono a nudo quello che sei,
quello che non sei,
quello che potresti essere.
Certi incontri scuotono.
Mettono in crisi,
ti costringono a farti domande.
Sono come un sassolino
che si infila dentro a quella "scarpa"
che è la tua quotidianità..
che vorresti comoda
per camminare tutti i giorni senza avere troppi fastidi
senza dover ragionare ogni passo
senza avere pensieri.
E invece quel sassolino si infila proprio lì.
Pungola ad ogni passo successivo.
E quello che fin'ora ti era sembrato comodo
cominci a sentire che un pochino ti sta stretto.
Cominci a capire che qualcosa non va.
Quando è così l'unica è fermarsi:
toglierla, quella scarpa.
e guardare il tuo piede "nudo",
spogliato di quello che gli hai messo addosso per "proteggerlo"
e che a volte invece di proteggere riempie di vesciche.
Uno spazio di solitudine, di silenzio.
Prendere le distanze da tutto e tutti
per poter vedere la tua vita da una prospettiva diversa,
da una diversa angolazione..
a distanza, come se non fosse la tua, di vita.
Per poter giudicare con meno coinvolgimento in che direzione va
e se quella direzione ti piace o no.
Non va di moda il silenzio.
Per me, a tratti, un bisogno
più essenziale dell'ossigeno che respiro.
Dono prezioso il potermi ritagliare un tempo di "deserto".
Dono prezioso quegli sguardi e quegli incontri
che me lo rendono necessario.


01/11/14

Mio caro Sam, non si può essere sempre diviso in due



E' così.. la vita ti scombina i piani!
Dovevano essere, questi, i mesi della "prova sul campo"
..e invece forse sono una "prova della solidità del desiderio",
forse sono mesi della pianificazione più a lungo termine,
del porre basi più solide (anche economiche, perché no)
per rendere il sogno più realizzabile.
Perché non l'ho chiuso in un cassetto, il mio sogno.
E' ancora lì che chiama, forte.
E' che non c'è molto da fare,
ci sono cose che ci appartengono e cose che non ci appartengono.
E non si può essere sempre divisi in due.
E' nelle prime che esce fuori davvero il meglio di te.
E' nelle prime che trovi un senso più profondo al tuo agire.
Nelle prime che esce fuori passione, vitalità,
forza per affrontare gli ostacoli e la fatica..
Le seconde si, si possono fare per un po'.
Possono avere uno spazio,
a volte devono avercelo.
Ma alla lunga spengono il cuore
se sono le uniche cose che occupano spazio nella tua vita.
E' il meglio delle mie energie, fisiche e mentali,
che voglio dedicare a ciò che davvero mi appartiene,
non il contrario.. non le briciole.
Non riesco ad arrendermi ad un mondo che mi grida il contrario.
Che mi dice che devo prima produrre, guadagnare.
Perché questo conta.
Non conta come sto io, in quel tempo in cui produco e guadagno.
Non riesco ad assuefarmi a questo grido.
Non riesco a smettere di chiedermi
se io ho davvero bisogno di quello che grida il mondo
o se ho bisogno di vivere una vita piena.
Perché una sola ne ho, di vita.