22/01/20

Un anno senza fumare e la mia primula speciale


Non è una primula come le altre questa. E' una primula speciale.
Quando l'ho comprata un anno fa non ho pensato, onestamente, all'effetto che mi avrebbe fatto vederla rifiorire un anno dopo.
Forse perché, nonostante abbia aspirazioni da contadina, sono un disastro con le piante ornamentali e ho (avevo?) la tendenza a farle morire in tempi record per cui probabilmente parte del mio cervello aveva deciso che processare il pensiero di cosa sarebbe successo dopo un anno era una fatica inutile perché con tutta probabilità quella pianta sarebbe morta.
Invece è ancora lì.
E un anno dopo mi regala un momento di emozione e di riflessione forti.
L'ho comprata dopo il primo giorno senza sigarette.
Avevo letto su un libro che era importante e utile fissare in anticipo le "ricompense" che avrei concesso a me stessa per aver scelto di smettere di fumare e di liberarmi da quella dipendenza mortale. La prima ricompensa era dopo un giorno.
E ho scelto una primula, da mettere dove prima in casa avevo il posacenere.
Vita... dove prima c'era morte.
Bellezza e  libertà... dove prima c'erano puzza e schiavitù.
Un promemoria di come quello fosse solo uno dei passi che stavo facendo per cominciare a "rifiorire", come donna e come essere umano.
Nel frattempo mi sono trasferita in Basilicata e quel fiorellino mi ha seguito. E' finito nell'orto, tra i miei pomodori e le mie zucchine e con l'inverno, senza fiori, quasi l'avevo dimenticato.
Oggi, in uno dei giretti nell'orto, un po' rari di questa stagione, nascosto da una calendula un po' invadente e prepotente che si era presa il suo spazio, eccola lì. Fiorita di nuovo. In tutta la sua piccola bellezza semplice.
A ricordarmi che ce l'ho fatta. Che da 12 mesi, 365 giorni, respiro solo aria pulita.
A ricordarmi che sono molto ma molto più forte di quello che penso.
A ricordarmi che quello che più conta per me è il perché che c'è dietro le mie scelte. E' il "perché" che ha fatto la differenza. E quel perché è stato l'essere libera "di".
Perché non basta essere liberi "da" (dalla dipendenza, da una cosa che sai che ti fa male.. ma andando oltre il fumo, da una relazione tossica, da una situazione che ti sta stretta o ti fa star male..)
Il punto è capire cosa viene dopo. Io volevo essere libera di avere accesso a tutte le energie fisiche che il mio corpo è capace di produrre per realizzare il mio sogno, per costruire una vita in campagna, per inventarmela giorno dopo giorno a colpi di zappa, falcetto e rastrello. E non potevo farlo col fiatone dopo 5 passi in salita.
Quello era il mio "libera di". Libera di essere la versione migliore di me. Libera di esprimere il meglio di me, anche col mio corpo, coi miei polmoni. Raggiungere il mio pieno potenziale. O almeno togliere di mezzo quello che sicuramente mi impediva di raggiungerlo.
Un anno dopo quella primula è lì a ricordarmi che se nei tuoi obiettivi ci credi davvero, con abbastanza tempo, energia, costanza, perseveranza.. tutto si può fare.
Che pure se la strada a volte è faticosa non devi arrenderti, mai.