05/06/13

riflessioni da un treno

Un'umanità schiava del va e vieni.
Pendolari della vita.
Movimenti e percorsi automatici.
Fuori dal treno in silenziosa, quotidiana processione serale verso casa.
Un automatismo che giorno dopo giorno uccide la libertà, sgretola le speranze.
La prospettiva di abituarsi all'automatismo.
Ogni giorno gli stessi gesti, gli stessi rituali, le stesse parole, gli stessi passi, gli stessi percorsi..
nessuno spazio alla fantasia, alla creatività, al dialogo con una Natura che è ogni giorno diversa.
E la sua diversità diventa scocciatura, limite contro cui lottare piuttosto che dialogo, musica da danzare.. passo a due.
In treno. Fuori la Natura si scatena: pioggia, vento..
Una comunicazione, per i distratti, del senso del limite dell'uomo, del limite alla sua presunta onnipotenza.
Desiderio di essere lì fuori, a sentire con tutti i sensi, sulla pelle, la forza di una Natura che chiede di imparare di nuovo riverenza, sottomissione, umiltà.. che chiede di essere accolta nella sua imprevedibilità, generosità, crudeltà, potenza, verità.
Quasi quasi scendo..

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