07/12/14

Se le gocce sono capaci di scavare la roccia..


Ci sono situazioni in cui non si può restare neutrali,
in cui non prendere una posizione netta è essere complici..
in cui non dire "no" è dire in qualche modo "si".
Cosa spinge l'uomo a passare sopra ad un suo simile
pur di guadagnare denaro?
In quale follia collettiva ci siamo infilati se il risultato è questo?
In quale delirio sistemico
si può pensare di lucrare proprio su chi è più debole,
su chi più di altri andrebbe difeso?
Non riesco a non entrare in uno sforzo di autocritica.
Non ci riesco perché dietro agli articoli di cronaca vedo volti.
Vedo volti a cui posso dare un nome..
dietro ai quali c'è una storia.
Non ci riesco perché alcune di quelle storie le ho incontrate.
Ma nessuno potrebbe.
Perché ciascuno di noi, con le sue scelte quotidiane,
in un modo o nell'altro,
più o meno consapevolmente,
questo sistema lo tiene in piedi.

Quando andiamo a votare
senza avere la minima coscienza del peso che quel gesto comporta.
Quando chiudiamo un occhio se vediamo qualcosa che non è corretto
o facciamo finta di non vedere un'ingiustizia
magari perché in quel momento conviene anche a noi
o per non doverci assumere la responsabilità di denunciarla
o semplicemente perché non abbiamo voglia di sporcarci le mani
tanto più se non ce ne viene in tasca niente.
Quando giustifichiamo i nostri compromessi perché così fan tutti.
Quando essere onesti va bene
ma solo finché non hai l'occasione di fregare il prossimo
e guadagnarci qualcosa.
Tanto la faccia dello stronzo che paga al posto tuo non la vedi.
Quando se son gli altri a rubare sono bastardi
ma se sei tu c'è sempre una buona giustificazione.
Cosa c'è di marcio in questo paese?
Perché non siamo capaci di lottare per quello che è giusto?
Cosa ci ha ridotti in uno stato tale
per cui facciamo finta di indignarci per un giorno o due
e il giorno dopo già pensiamo di nuovo
a che cazzo ci mangeremo la notte di Natale
o dove passeremo il prossimo stramaledetto sabato sera?

Non mi voglio arrendere alla rabbia che mi sale dalle viscere.
E non so, onestamente, dove stia una possibile soluzione.
Se non ripartire da quella fedeltà nel poco
senza cui non è possibile una fedeltà nel molto.
E penso al mio poco.
A quel poco con cui ho a che fare ogni giorno.
Penso che posso scegliere di non voltare più la faccia.
Che posso scegliere di avere uno sguardo diverso,
capace di vedere davvero la realtà.
Che posso scegliere di cominciare a dire di no ai compromessi.
Posso scegliere un modo di essere presente,
alla realtà e alle persone che incontro, che sia diverso.
Una goccia in un oceano. Lo so.
Ma singole gocce sono capaci di scavare la roccia.

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