05/05/18

Odore di pioggia e un paio di cose che ho imparato a Manchester

 
Questo tempo uggioso mi fa venire voglia di rannicchiarmi sul divano e godermi forse gli ultimi freschetti della stagione. Quasi vien la tentazione della copertina sui piedi. Meritato riposo dopo la fatica di far tornare la mia casa ad un aspetto semi-decente dopo settimane di abbandono.
Un gran scroscio d'acqua ha lasciato il terreno dei vasi in balcone scuro e dissetato. Chissà se questo aiuterà i semini che ho piantato qualche settimana fa a farsi coraggio e far spuntare qualche fogliolina, finalmente.
Quando piove a Roma, almeno dove abito io, l'odore dell'aria resta lo stesso di sempre: smog, polvere, cemento, quando sei sfortunato la puzza di fritto che arriva dal McDonald's poco più in là. 
E' come perdesi ogni volta un dono prezioso: l'odore dell'erba e della terra bagnata. Non lo baratterei col più costoso dei profumi da "VIP". Forse uno degli odori che più mi piace in assoluto. Per l'odore in sè, e per l'ondata di emozioni e ricordi d'infanzia che inevitabilmente scatena, chissà perché. Forse retaggio dei tanti mesi estivi passati in campagna da piccola, dove di solito da metà agosto le giornate di pioggia non mancavano quasi mai e quell'odore di pioggia ti entrava nelle ossa insieme col primo freddo.
La scorsa settimana ero a prendere un po' di pioggia e a respirare l'odore di un'altra terra, quella di Manchester. Dopo mesi di frenesia assurda
in ufficio, anche se ufficialmente sempre di un viaggio di lavoro si trattava, è stata una boccata d'aria di cui avevo proprio bisogno. Mi ha ricordato quanto sia importante per me restare in contatto con realtà in cui si guarda, pensa e agisce "alto". Abbiamo esplorato, un po' fisicamente, un po' con la testa, il mondo degli orti urbani. 

Questi alcuni di quelli che abbiamo esplorato coi piedi: 

Hulme Community Garden Centre - un orto super-vivo, in termini di piante, persone, iniziative, attività. E una signora che ci ha preparato il pranzo coi prodotti dell'orto che faceva zuppe e dolci strepitosi.




Printworks - un paio di arnie, un orticello, un po' di fiori (per dar da mangiare alle api) e un esperimento di coltura idroponica. Il tutto sul tetto di una azienda. Della serie quando il limite è solo nella tua testa.



NQ Growboxes - un angolino di bancali nel bel mezzo di un parcheggio circondato da palazzoni tutto intorno. Uno spazio di bellezza e umanità dove meno lo cercheresti.



Mayfield Community Garden - un progetto di riqualificazione e riappropriazione di uno spazio di condivisione. Quando pure il settore privato capisce che natura, terra, relazioni, socialità etc sono beni su cui vale la pena investire.   



Per raccontare quello che abbiamo esplorato con la testa ci vorrebbero giorni. E forse per alcune cose mi ci vuole ancora un po' di tempo per lasciar sedimentare i pensieri. 
Di sicuro ci sono un paio di cose che ho imparato a Manchester:
1. mi manca avere le mani sporche di terra, ogni tanto. 
2. ho bisogno di contesti in cui coltivare relazioni con persone non rassegnate al grigio egoismo cittadino.

Nessun commento:

Posta un commento